Giorgio Donadini
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Impariamo ad essere un po' più egoisti
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Impariamo ad essere un po' più egoisti

Spesso pensiamo che l'egoismo sia solo un difetto da cancellare. A volte, invece, può diventare il nostro miglior alleato

Alcune volte, quando voglio fare qualche cambiamento nella mia vita, non ne ho il coraggio perché penso che possa dare fastidio. Ho l'impressione che la mia serenità sia possibile solo se la realtà nella quale vivo rimanga cristallizzata in un eterno presente imperfetto.

La verità è che viviamo una vita costellata di micro cambiamenti quotidiani dei quali nemmeno ci accorgiamo. Ce ne rendiamo conto solo a giochi fatti, voltandoci e vedendo un altro noi in lontananza, completamente diverso.

Questo ci insegna che dovremmo essere un po’ più egoisti. Senza, però, fare solo quello che vogliamo infischiandocene delle altre persone, ma piuttosto prendendo decisioni che abbiano rispetto di tutti. Noi compresi.

Perché spesso dimentichiamo di esserci o più semplicemente ci mettiamo in seconda fila a guardare la vostra vita come dei normali spettatori, quando invece dovremo essere i registi del film. In fin dei conti è la nostra vita.

Parlo, quindi, di quell'egoismo sano che fa crescere in noi il desiderio di migliorarci. Quella forma di egoismo che non discrimina il prossimo, ma che ci rende più forti e determinanti per tutta la comunità che ci circonda.

Diventiamo consapevoli che è naturale essere giudicati per le decisioni che prendiamo, ma facciamolo comunque, per poi condividere ciò che abbiamo imparato.

In questo modo le persone capiranno i nostri intenti senza dover spiegare loro nulla. Vedranno che il nostro egoismo era una forma di difesa e non di esclusione.

Rendiamoci conto che le altre persone soffrono, hanno paura e possono sentirsi minacciate dai nostri cambiamenti

La paura del cambiamento è uno dei nostri limiti più grandi, ma se decidiamo di modificare in modo consapevole anche solo alcuni aspetti della nostra vita, è un fatto che dobbiamo imparare ad accettare.

La cosa più difficile da ammettere è che non siamo al centro dell'universo e non ne abbiamo nemmeno uno tutto nostro nel quale invitare le altre persone. Viviamo, invece, in un luogo dove esistiamo solo se creiamo relazioni.

Queste rappresentano un valore inestimabile, ma anche un limite perché ogni nostro cambiamento accende sempre l’attenzione delle persone a noi più vicine. Il problema è che il nostro coraggio, per loro, si trasforma in paura.

Accettiamolo e mettiamolo in conto come la fatica e il sacrificio. La resistenza al cambiamento deve diventare uno dei capisaldi sui quali costruire ciò che desideriamo. Qualunque cosa sia.

Sforziamoci di capire i timori altrui senza renderli un limite. Devono diventare, invece, la spia del cambiamento. Come la luce nel cruscotto della macchina, che si accende quando qualcosa non va.

Ogni volta che succede fermiamoci per capire il malessere. Spieghiamo meglio le cose e coinvolgiamo di più le persone. In questo modo esorcizzeremo la nostra paura e quella delle persone che ci stanno vicine.

Questo atteggiamento serve anche per eliminare a monte la giustificazioni più comune ai nostri fallimenti e cioè che non ne abbiamo colpa.

In realtà, ogni volta che qualcuno ci rema contro, una parte della responsabilità è sicuramente nostra perché non siamo stati capaci di coinvolgerla in modo adeguato nel nostro cambiamento.

Dobbiamo diventare responsabili delle nostre scelte. Prima di tutto di quelle sbagliate.

Rendiamoci conto che il modo in cui le altre persone ci trattano è un riflesso di come trattano loro stesse

Le persone sono fatte così e noi non rappresentiamo un’eccezione. Spesso risultiamo troppo severi anche verso di noi, diventando intransigenti e questo atteggiamento lo replichiamo nelle relazioni con gli altri.

Di questo dobbiamo esserne consapevoli perché giudicare fa parte della nostra vita. Tutti pensiamo di essere nel giusto, mentre ciò che fanno gli altri è perfettibile.

Quando, poi, ci troviamo davanti alla nostra vita, decisi a prenderla per le corna, ci accorgiamo che, invece, la nostra sicurezza è solo una favola che raccontiamo a noi stessi.

Per questo motivo è normale trovare mille resistenze ai nostri cambiamenti e altrettanto naturale pensare che siano gli altri a non capire. Ma non è così, perché le persone comprendono benissimo la loro di vita e non hanno alcun dovere di farlo con la nostra.

Siamo noi che dobbiamo affrontare il problema per esorcizzare la paura che a parti invertire proveremmo anche noi. Impariamo dunque a immedesimarci nell'altro per ritrovare noi stessi con le stesse paure e la stessa intransigenza nei confronti di chi vuole cambiare le cose.

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